Caldo e Sonnolenza

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Il nostro organismo risponde alle alte temperature ambientali con diversi meccanismi difensivi, finalizzati al mantenimento di una temperatura interna relativamente costante. Il corpo umano è infatti in grado di tollerare un abbassamento della temperatura profonda di 10°C, ma difficilmente sopporta aumenti superiori ai 5°C.

IMPORTANZA DELLA VASODILATAZIONE CUTANEA

Tra le difese utilizzate per evitare danni da calore agli organi interni, la vasodilatazione periferica gioca un ruolo importante, perché aiuta a massimizzare la dissipazione di calore. Pertanto, in climi particolarmente caldi i vasi della pelle si dilatano per trasportare alla superficie cutanea maggiori quantità di calore. Il sangue, infatti, può essere considerato un liquido di trasporto di calore; si parla, in particolare, di convezione circolatoria per indicare quel fenomeno per cui il calore destinato ad essere disperso viene trasportato dalla sede di produzione (organi interni) alla superficie corporea mediante il circolo ematico.

Arrivato a livello cutaneo, il calore viene disperso per conduzione, convezione e radiazione (oltre che per evaporazione del sudore). Dunque, se arriva più sangue alla pelle, viene trasportata ad essa (e conseguentemente dispersa) una maggiore quantità di calore.

Il sangue che ha ceduto calore a livello dei capillari cutanei raffredda il corpo mescolandosi con il sangue proveniente dagli organi interni più caldi. Pertanto, la vasodilatazione periferica facilita la perdita di calore e con essa il raffreddamento del corpo.

CALDO E PRESSIONE BASSA

La vasodilatazione periferica in ambienti caldi porta con sé alcuni svantaggi, legati alla caduta della pressione arteriosa. Se la superficie capillare aumenta, infatti, la pressione del sangue si riduce e questo può causare qualche problema, soprattutto ai soggetti che lamentano già livelli pressori inferiori alla norma o soffrono di problemi cardiocircolatori. Questo perché in simili circostanze l’apporto di sangue al cervello diminuisce, per cui il soggetto può sentirsi affaticato, assonato e privo di energie, fino ad avvertire un senso di mancamento.

Tali sensazioni possono essere aggravate dalla disidratazione. La perdita importante di liquidi corporei con la sudorazione, infatti, riduce il volume ematico e ciò contribuisce ulteriormente ad abbassare la pressione arteriosa, accentuando problemi di stanchezza, sonnolenza e vertigini.

Se poi il riscaldamento dell’organismo è particolarmente rapido e violento, la brusca vasodilatazione periferica può portare ad una caduta pressoria talmente rapida e importante da generare uno stato di shock. Quando invece l’esposizione al calore è prolungata, il calo della pressione arteriosa dovuto alla marcata vasodilatazione, con edema (gonfiore) delle zone periferiche, può portare a svenimento (perché riduce la gittata cardiaca).

Ai primi sintomi di mancamento – come vertigini, sudore freddo, offuscamento visivo o secchezza delle fauci – è opportuno far assumere al soggetto una posizione distesa con le gambe sollevate rispetto al busto

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