ESAME EMOCROMOCITOMETRICO
Attraverso questo esame vengono accertati il numero e la condizione di tutte le cellule che formano il sangue. Viene suddiviso in vari sottoesami, ciascuno dei quali riguarda una determinata componente del sangue.
🔹LEUCOCITI (WBC)
Viene evidenziato il numero totale dei globuli bianchi in un millimetro cubo di sangue: nel conteggio sono calcolati tutti i tipi di globuli bianchi (neutrofili, eosinofili, basofili, linfociti, monociti). Questo esame serve a escludere la presenza di infezioni e a stabilire se le difese naturali svolgono correttamente il loro compito.
VALORI NORMALI: da 4.500 a 10.000, per uomini e donne.
Un numero più basso può essere la spia di una minore capacità
dell’organismo di difendersi dalle malattie, oppure di un generale
indebolimento del corpo.
Un numero di leucociti più alto del normale indica sempre un’infezione in
corso nell’organismo, oppure è un dato che si può riscontrare in seguito a
un’intossicazione. È fondamentale, però, andare a vedere quale tipo di
leucocita è presente in quantità anomala, attraverso l’esame della “formula
leucocitaria”.
🔹ERITROCITI (RBC)
Viene evidenziato il numero di globuli rossi presenti in un millimetro cubo di sangue.
VALORI NORMALI: 4,5-5 milioni per l’uomo; 4,2-4,6 milioni per la donna.
Un numero di globuli rossi inferiore al normale è il segnale di un’anemia,
tanto più seria quanto più il numero di globuli è basso. La quantità minima di
globuli rossi indispensabile per vivere si aggira intorno al milione per
millimetro cubo di sangue.
Se i globuli rossi sono più numerosi del normale, si è in presenza di un
disturbo chiamato genericamente policitemia. La policitemia può essere il
segnale di una disidratazione dell’organismo dovuta a malattie che portano
vomito e diarrea. Può essere anche in relazione con l’uso di farmaci
contenenti testosterone, oppure può essere dovuta a enfisema polmonare o
a malattie cardiache. Anche l’elevata altitudine, quale si può trovare in
montagna, o un’intensa attività fisica condotta per lungo tempo, possono
determinare un aumento di globuli rossi.
🔹EMATOCRITO (HCT)
Viene evidenziato, in percentuale, quanto volume è occupato dai globuli rossi in 100 millilitri di sangue.
VALORI NORMALI: 40-54% per l’uomo; 3 6-46% per la donna.
Una percentuale più bassa della norma è sintomo di anemia, mentre una
percentuale più alta segnala policitemia. L’esame ematocrito conferma le
informazioni dell’esame per il conteggio dei globuli rossi.
🔹EMOGLOBINA (HGB)
Indica la quantità di emoglobina (la sostanza che dà colore al sangue e trasporta l’ossigeno), espressa in grammi, presente in un decilitro di sangue.
VALORI NORMALI: 13,5-18 grammi per gli uomini, 11,5-16,5 grammi per le donne.
Un valore basso di emoglobina è quasi sempre associato a una diminuzione
dei globuli rossi, quindi viene interpretato come il segnale di un’anemia,
dovuta a una malattia del sangue oppure a un’alterazione della funzionalità
dei reni o del fegato.
Un valore più alto del normale si riscontra invece nella policitemia, ossia in
presenza di un aumento del globuli rossi. Di conseguenza, conferma la
presenza di una delle alterazioni di cui la policitemia può essere il segnale,
tra cui per esempio l’enfisema polmonare (vedi “eritrociti”).
🔹VOLUME CORPUSCOLARE MEDIO (MCV)
Viene evidenziato il volume medio dei globuli rossi, e può essere espresso in micron cubi (è un’unità di misura utilizzata per stabilire le dimensioni di elementi microscopici).
VALORI NORMALI: 82-98 micron cubi, per uomini e donne.
Un volume alterato, sia maggiore sia minore di quello normale, è sempre il
segnale di un’alterazione organica: questo dato, per essere significativo,
deve essere messo in relazione con i risultati relativi all’emoglobina e agli
eritrociti.
🔹CONTENUTO MEDIO DI EMOGLOBINA
Attraverso questa analisi viene evidenziato il contenuto di emoglobina di ciascun globulo rosso. Questo contenuto viene espresso in picogrammi, cioè in un’unità di misura utile per pesare elementi microscopici.
VALORI NORMALI: 27-32 picogrammi, per uomini e donne.
Valori inferiori o superiori servono a confermare quanto emerso dall’esame
del dosaggio dell’emoglobina (vedi emoglobina ed eritrociti).
🔹CONCENTRAZIONE MEDIA DI EMOGLOBINA
Mentre l’Mch (contenuto medio di emoglobina) esprime il contenuto di emoglobina di ogni singolo globulo rosso, questo esame ne misura la concentrazione, ossia il rapporto tra il suo peso e il volume del globulo rosso in cui è contenuta.
VALORI NORMALI: 32%-38%, per uomini e donne.
Un valore inferiore è il segnale di una forma di anemia. Può essere anche
sintomo di un’iperidratazione, ossia di un accumulo eccessivo di liquidi
nell’organismo.
Un aumento rispetto ai valori normali si riscontra nei casi di disidratazione
(conseguente, per esempio, a una malattia febbrile associata a vomito e
diarrea).
Può essere, inoltre, la spia di una rara malattia ereditaria, la sferocitosi,
caratterizzata da un’alterazione congenita dei globuli rossi.
🔹PIASTRINE (PLTS)
Viene evidenziato il numero delle piastrine (le cellule del sangue prodotte dal midollo osseo) presenti in un millimetro cubo di sangue.
VALORI NORMALI: 150.000-500.000 per millimetro cubo, per uomini e donne.
La diminuzione del numero delle piastrine, detta trombocitopenia, si
riscontra in seguito a trasfusioni di sangue, oppure dopo una cura prolungata
a base di particolari farmaci, quali antibiotici, barbiturici, diuretici, sulfamidici,
ipoglicemizzanti. Può inoltre essere il segnale di varie malattie organiche, tra
cui:
- anemia;
- carenza di vitamina B12 e acido folico;
- mononucleosi infettiva e altre infezioni virali;
- leptospirosi;
- linfomi;
- malaria;
- rigetto del rene in seguito a trapianto;
- ipertiroidismo;
- porpora;
- endocardite batterica (per esempio, conseguente a un’infezione da
streptococco);
- tifo;
- scarlattina.
L’aumento del numero delle piastrine, definito trombocitosi, può essere
conseguenza della prolungata assunzione di preparati a base di vitamina
B12 e acido folico, oppure può essere in relazione con lo svolgimento di
un’intensa attività sportiva o con la gravidanza: in questi due casi è
considerato fisiologico, ossia naturale e quindi non significativo dal punto di
vista medico. Può, però, essere segno di una delle seguenti malattie:
- morbo di Crohn;
- anemia emolitica;
- tumore.
🔹FORMULA LEUCOCITARIA
È l’esame che stabilisce il numero e le caratteristiche dei vari tipi di globuli bianchi o leucociti.
🔹NEUTROFILI
Viene evidenziata la percentuale di neutrofili presenti nell’intera massa sanguigna, la loro forma e la loro dimensione.
VALORI NORMALI: 55%-70%, per uomini e donne.
Se esiste qualche anomalia nella forma e nella dimensione, viene segnalata
dettagliatamente dal medico analista: per questa descrizione non esistono
parametri standard, ogni medico descrive quanto vede e dà le indicazioni
utili per ulteriori indagini.
La diminuzione dei neutrofili può essere il segnale di molte malattie, che il
medico deve poi individuare in base alla storia personale del malato e ai
sintomi manifestati. Di seguito, sono indicati alcuni disturbi possibili:
- infezioni batteriche (tifo, paratifo, brucellosi, tubercolosi);
- infezioni virali (epatite, influenza, rosolia, morbillo, varicella, mononucleosi
infettiva);
- malattie del sangue;
- malnutrizione;
- alcolismo.
L’aumento dei neutrofili può, come del resto la diminuzione, essere
determinato da tantissime cause, tra cui le più frequenti sono: infezioni
generalizzate o localizzate, provocate più di frequente da streptococchi e più
raramente da altri batteri o da virus e funghi; assunzione di ormoni steroidei
o litio; intossicazione da farmaci, quali clorpropamide, serotonina, digitale,
acetilcolina.
In gravidanza, durante il puerperio, dopo intensi sforzi fisici e nel periodo
neonatale l’aumento dei neutrofili è considerato fisiologico, ossia naturale.
🔹EOSINOFILI
Viene evidenziata la percentuale di eosinofili presente nell’intera massa sanguigna.
VALORI NORMALI: 1%-4%, per uomini e donne.
La diminuzione degli eosinofili è quasi sempre in relazione con una cura
prolungata a base di preparati contenenti cortisone.
Il loro aumento si riscontra in varie malattie, tra cui le più frequenti sono:
- asma bronchiale;
- orticaria;
- febbre da fieno;
- allergia ai farmaci;
- malattie causate da parassiti;
- scarlattina;
- corea;
- polmoniti;
- malattie del sangue;
- artrite reumatoide;
- avvelenamenti;
- malattie dello stomaco e dell’intestino.
🔹BASOFILI
Viene evidenziata la percentuale di basofili nell’intera massa sanguigna.
VALORI NORMALI: O%-1%, per uomini e donne.
Una diminuzione dei basofili può essere dovuta a cure prolungate a base di
preparati contenenti cortisone o progesterone, e talora si riscontra durante la
gravidanza.
Può anche essere il segnale di varie malattie, tra cui:
- disturbi della tiroide;
- orticaria;
- asma;
- febbre da fieno.
L’aumento dei basofili, che deve sempre essere messo in relazione con gli
altri risultati (come del resto ogni singolo risultato) può essere dovuto a:
- anemia;
- morbo di Hodgkin;
- diabete;
- tubercolosi;
- leucemia.
🔹LINFOCITI
Viene evidenziata la percentuale di linfociti nell’intera massa sanguigna.
VALORI NORMALI: 25%-35%, per uomini e donne.
La diminuzione dei linfociti, detta linfopenia, si riscontra in seguito alle cure a
base di farmaci chemioterapici (contro i tumori) e cortisone.
Può essere il segnale di varie malattie, tra cui:
- morbo di Hodgkin;
- lupus eritematoso;
- alterazioni dei reni;
- Aids;
- scompenso cardiaco.
L’aumento dei linfociti, detto linfocitosi, è fisiologico, ossia naturale nei
bambini di età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni.
Può essere il segnale di:
- pertosse;
- mononucleosi infettiva;
- parotite (orecchioni);
- varicella;
- morbillo;
- epatite virale;
- toxoplasmosi;
- infezioni croniche;
- sifilide;
- morbo di Addison;
- morbo di Crohn.
La presenza di linfociti atipici, eventualmente segnalata, può essere dovuta a
varie malattie, tra cui:
- mononucleosi;
- epatite virale;
- parotite (orecchioni);
- morbillo;
- cytomegalovirus;
- polmonite virale;
- pertosse;
- brucellosi;
- toxoplasmosi;
- sifilide.
🔹MONOCITI
Viene evidenziata la percentuale di monociti presente nell’intera massa sanguigna.
VALORI NORMALI: 3%-8%.
La diminuzione dei monociti non è significativa dal punto di vista clinico
(medico).
L’aumento dei monociti si riscontra in varie malattie tra cui:
- leucemia;
- artrite reumatoide;
- lupus eritematoso;
- arterite temporale;
- tumore dell’ovaio;
- tumore dello stomaco;
- tumore della mammella;
- tubercolosi;
- sifilide;
- endocardite batterica;
- brucellosi;
- tifo;
- malaria;
- candidosi;
- mononucleosi infettiva;
- colite ulcerativa cronica.
🔹PROTROMBINA (PT)
È un esame con il quale si stabilisce il buon funzionamento di uno dei meccanismi della coagulazione, dovuto all’attività di particolari proteine dette fattori. Sotto questa voce, nel foglio dei risultati si trovano due sigle.
▪️RATIO:
Rappresenta il rapporto tra la capacità di coagulare del sangue esaminato e
la capacità di coagulare di un sangue “sano” usato come riferimento. In
pratica, il sangue preso in esame, o meglio la sua capacità di coagulare,
viene raffrontata con quella di un sangue che coagula perfettamente: il
risultato che si ottiene nasce da questo rapporto.
VALORI NORMALI: 0,90-1,20.
Un valore maggiore indica un’alterazione del processo di coagulazione del
sangue, causata da una malattia o dall’uso di medicine ad azione
anticoagulante. Un valore minore non è significativo.
▪️I.N.R.:
Questa sigla ha lo stesso significato della Ratio, ma viene sempre aggiunta a
quest’ultima perché è un’unità di misura più universalmente riconosciuta.
VALORI NORMALI: 0,90-1,20, per uomini e donne.
Valori inferiori alla norma non sono significativi dal punto di vista medico.
Valori più alti si riscontrano in presenza di disturbi del fegato (epatopatie), in
alcune malattie del sangue, e nelle persone sottoposte a una cura a base di
medicine ad azione anticoagulante.
🔹TEMPO DI TROMBOPLASTINA PARZIALE (PTT)
È un ulteriore esame per valutare la normalità del processo di coagulazione del sangue in rapporto a un sangue normale di riferimento.
VALORI NORMALI: 0,80-1,20.
Una diminuzione rispetto alla norma non è significativa dal punto di vista
clinico.
Un aumento dei valori si riscontrerà in alcune malattie del sangue, nelle
malattie del fegato, oppure nel corso di una cura a base di medicine ad
azione anticoagulante.
🔹UREA SIERICA (AZOTEMIA)
L’urea è prodotta dal fegato: è una sostanza di scarto del metabolismo (cioè dell’attività delle cellule) che viene eliminata quasi completamente con le urine. Il 90 per cento di urea è espulso con le urine e il 10 per cento viene eliminato con le feci, il sudore e la saliva.
VALORI NORMALI: da 10 a 50 milligrammi per decilitro di sangue.
Una diminuzione dell’urea rispetto ai valori normali può essere conseguenza
di una dieta troppo povera di proteine (formaggio, latte, carne, pesce, uova)
e troppo ricca di carboidrati (pane, pasta, dolciumi), oppure si riscontra in
varie malattie tra cui:
ipotiroidismo;
alterazioni della funzionalità del fegato;
ritardo gestazionale (gravidanza oltre il termine).
Un aumento rispetto ai valori normali può essere conseguenza di un digiuno
prolungato, oppure si riscontra in tantissime malattie tra cui:
- insufficienza renale;
- disidratazione;
- emorragia;
- ipertensione;
- diabete;
- pielonefrite;
- arteriosclerosi;
- calcoli renali;
- ipertrofia prostatica;
- ipertiroidismo;
- traumi con schiacciamento;
- malattie febbrili;
- malattie infettive;
- disidratazione;
- insufficienza cardiaca;
- epilessia e altre malattie che interessano il sistema nervoso centrale.
🔹GLUCOSIO (GLICEMIA)
Il glucosio è la quantità di zucchero presente nel sangue. I valori normali
della glicemia dipendono dalla quantità di zucchero immessa nel sangue con
gli alimenti e dalla capacità dell’organismo di smaltirla.
VALORI NORMALI: 60-110 milligrammi per decilitro di sangue.
Una diminuzione del glucosio rispetto a valori normali si riscontra nel corso
di diete povere di zuccheri o in seguito a digiuno prolungato, oppure può
essere conseguenza dello svolgimento di un’attività fisica molto intensa.
Può, inoltre, dipendere dall’ assunzione prolungata di particolari farmaci
(salicilati, antitubercolari), oppure può essere anche il segnale di varie
malattie tra cui:
- alterazioni a carico del fegato;
- ipotiroiclismo;
- intolleranza al fruttosio.
Un aumento del glucosio è sempre il segnale di diabete mellito, la malattia
caratterizzata dallo scorretto utilizzo degli zuccheri da parte dell’organismo.
🔹CREATININA
La creatinina è una delle componenti dell’urina e con l’urina viene eliminata.
Il suo dosaggio rappresenta uno dei mezzi più attendibili per valutare la
funzionalità dei reni.
VALORI NORMALI: 0,60-1,20 milligrammi per decilitro di sangue.
La diminuzione della creatinina si riscontra nelle seguenti eventualità:
- atrofie muscolari;
- tumore della prostata;
- gravidanza.
L’aumento della creatinina rispetto ai valori normali può essere il segnale di
vari problemi tra cui:
- alterazione dell’attività dei reni;
- poliartrite;
- scompenso cardiocircolatorio;
- ipertiroidismo.
🔹BILIRUBINA
La bilirubina è la sostanza proveniente dalla distruzione dei globuli rossi,
ciascuno dei quali, dopo centoventi giorni di vita, viene demolito.
All’eliminazione della bilirubina provvedono il fegato, l’intestino (una parte
viene espulsa con le feci) e i reni (una parte viene eliminata attraverso l’urina).
Viene divisa in diretta e indiretta a seconda che si trovi legata chimicamente
ad altre sostanze presenti nel sangue (in questo caso è diretta) oppure sia
presente in forma libera, ossia non legata ad altre sostanze (allora è
indiretta). Durante l’esame viene dosata la bilirubina totale, la bilirubina
diretta e quella indiretta.
VALORI NORMALI BILIRUBINA TOTALE: 0,20-1,20 milligrammi per
decilitro di sangue.
VALORI NORMALI BILIRUBINA DIRETTA: 0-0,2 milligrammi per decilitro
di sangue.
VALORI NORMALI BILIRUBINA INDIRETTA: 0,2-0,8 milligrammi per
decilitro di sangue.
Valori inferiori rispetto a quelli normali, che riguardino tutte e tre le voci
relative alla bilirubina, possono essere conseguenza dell’assunzione di
barbiturici oppure essere il segnale di:
- anemia;
- tumore;
- alterazione della funzionalità dei reni.
L’aumento della bilirubina totale è il segnale di un’alterazione della
funzionalità del fegato. Può inoltre essere diretta conseguenza di una cura
prolungata a base di farmaci che alterano la funzionalità del fegato. Tra
questi sono da segnalare:
- tetracicline;
- estrogeni e progesterone;
- Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei, come i preparati a base di
acido acetilsalicilico);
- sulfamidici;
- eritromicina;
- acido nicotinico;
- ciclopropano;
- paracetamolo;
- benzodiazepine;
- metildopa;
- fenacetina;
- chinidina.
L’aumento della bilirubina diretta può essere causato da varie malattie, tra
cui:
- alterazioni del flusso biliare;
- epatite acuta;
- cirrosi epatica;
- ostruzione delle vie biliari;
- atresia biliare.
L’aumento della bilirubina indiretta può essere dovuto a cure prolungate a
base di farmaci contenenti novobiocina, o da alcune malattie tra cui:
- anemia;
- talassemia;
- porfiria.
🔹ACIDO URICO (URICEMIA)
L’acido urico è una sostanza di scarto del metabolismo che viene eliminata
in gran parte dalle urine, e in parte per via intestinale. Rappresenta un
importante indice per la valutazione della presenza di arteriosclerosi
(formazione di placche nella parete interna delle arterie).
VALORI NORMALI: 3,4 0-7 milligrammi per decilitro di sangue.
Valori inferiori possono essere conseguenza di una cura a base di medicine
contenenti probenecid, sulfinpirazone, allopurinolo, salicilati, cortisone,
estrogeni, metildopa, clofibrato.
Può anche essere il segnale di una delle seguenti malattie:
- alterazione cronica della funzionalità dei reni;
- anemia;
- morbo di Hodgkin;
- serie alterazioni della funzionalità del fegato.
Valori più alti rispetto alla norma si riscontrano dopo digiuni prolungati e nel
corso di drastiche diete dimagranti, oppure possono essere in relazione con
un regime alimentare troppo ricco di frattaglie e legumi. Possono
anche essere conseguenza di una cura a base di farmaci chemioterapici o di
raggi X, oppure possono rappresentare il segnale di vari problemi organici tra
cui:
- gotta;
- linfomi;
- iperparatiroidismo;
- tumori;
- anemia;
- morbo di Paget;
- ascessi;
- ustioni;
- psoriasi;
- gestosi (una malattia seria che può colpire durante la gravidanza).
🔹ELETTROFORESI SIEROPROTEICA
L’esame consiste nel dosaggio delle varie proteine presenti nel sangue: viene
valutata sia la quantità totale sia quella di ogni singola proteina. Le proteine
esaminate sono: prealbumina, albumina, alfa 1 globuline, alfa 2 globuline,
beta globuline, gamma globuline.
Nel corso di questo esame viene valutato anche il rapporto esistente nel
sangue tra l’albumina e le gamma globuline.
🔹PROTEINE TOTALI
VALORI NORMALI: 6-8 grammi per decilitro di sangue.
La diminuzione delle proteine totali può essere conseguenza di:
- digiuno prolungato;
- dieta povera di proteine (carente di carne, uova, formaggio);
- vomito;
- diarrea;
- problemi digestivi;
- sindrome da malassorbimento;
- alterazione della funzionalità del rene;
- ustioni estese;
- emorragie;
- versamenti pleurici;
- malattie del fegato;
- ipertiroidismo;
- malattie febbrili;
- traumi;
- interventi chirurgici;
- tumori;
- scompenso cardiaco.
L’aumento delle proteine può essere dovuto a:
- disidratazione;
- mieloma;
- morbo di Waldenstrom.
🔹PREALBUMINA
VALORI NORMALI: 10-40 milligrammi per decilitro di sangue.
La diminuzione della prealbumina può essere il segnale di:
- malnutrizione;
- enterite;
- colite;
- epatopatia (alterazione della funzionalità del fegato);
- ustioni;
- ipertiroidismo.
L’aumento della prealbumina si riscontra nel morbo di Hodgkin.
🔹ALBUMINA
VALORI NORMALI: 3,6-4,9 grammi per decilitro di sangue.
La diminuzione dell’albumina rispetto ai valori totali può essere segnale di:
- digiuno prolungato;
- dieta povera di proteine (per esempio carente di carne, uova, formaggio);
- vomito;
- diarrea;
- problemi digestivi;
- sindrome da malassorbimento;
- alterazioni della funzionalità del rene;
- ustioni estese;
- emorragie;
- versamenti pleurici;
- malattie del fegato;
- ipertiroidismo;
- malattie febbrili;
- traumi;
- interventi chirurgici;
- tumori;
- scompenso cardiaco.
L’aumento dei valori dell’albumina rispetto ai dati considerati normali si può
riscontrare in caso di molte malattie, come:
- disidratazione dell’organismo (che può comparire in seguito ad alcuni
disturbi come la diarrea);
- diarrea;
- vomito;
- eccessiva sudorazione.
🔹ALFA 1 GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,10-0,41 grammi per decilitro di sangue.
La diminuzione delle alfa i globuline rispetto ai valori normali può essere
segnale di:
- enfisema polmonare;
- alterazioni del fegato;
- alterazioni della funzionalità del rene.
L’aumento dei valori delle alfa i globuline può essere dovuto a:
- gravidanza;
- assunzione di contraccettivi orali;
- malattie infettive;
- malattie infiammatorie croniche.
🔹ALFA 2 GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,45-0,98 grammi per decilitro di sangue.
La diminuzione dei valori alfa 2 globuline può essere dovuta a numerose
malattie acute e croniche, come:
- artrite reumatoide;
- epatite virale;
- pancreatite;
- diabete.
L’aumento delle alfa 2 globuline può invece essere in relazione con:
- infezioni batteriche;
- traumi;
- interventi chirurgici;
- alterazione del funzionamento dei reni;
- alterazioni della funzionalità del fegato;
- diabete;
- morbo di Hodgkin;
- sindrome di Down (chiamata anche mongolismo, è un’alterazione
genetica).
🔹BETA GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,58 – 1,07 grammi per decilitro di sangue.
La diminuzione delle beta globuline rispetto ai valori normali può essere
causata da:
- malattie congenite che comportano una carenza di proteine nel sangue
(per esempio la lipoproteinemia congenita);
- alterazioni della funzionalità dello stomaco o dell’intestino.
L’aumento delle beta globuline può invece essere dovuto a:
- gravidanza;
- cirrosi epatica;
- alterazioni della funzionalità dei reni.
🔹GAMMA GLOBULINE
VALORI NORMALI: 0,77-1,64 grammi per decilitro di sangue.
La diminuzione delle gamma globuline rispetto ai valori normali può essere
dovuto a:
- malnutrizione;
- alterazione della funzionalità dei reni;
- ustioni;
- cure a base di farmaci immunosoppressori (impiegati nella cura delle
malattie autoimmuni).
L’aumento delle gamma globuline può invece essere in relazione con
moltissime malattie, tra cui:
- epatite cronica;
- cirrosi epatica;
- infezioni batteriche sia acute sia croniche;
- malattie causate da parassiti (per esempio il “verme solitario”);
- malattie autoimmuni;
- tumori;
- assunzione di droghe (tossicodipendenza).
🔹RAPPORTO ALBUMINA/GLOBULINE
▪️RAPPORTO A/G
VALORI NORMALI: 1,20-2,20.
Valori inferiori rispetto a quelli normali possono essere il segnale di:
- infezioni croniche;
- alterazioni della funzionalità dei reni;
- alterazioni della funzionalità epatica.
Valori superiori rispetto a quelli normali si riscontrano invece in caso di:
- deficit congenito o acquisito degli anticorpi;
- linfomi;
- leucemia.
🔹COLESTEROLO TOTALE
Il colesterolo è un grasso presente nel sangue, sintetizzato (cioè prodotto)
dal fegato, dalla corteccia surrenale, dalla cute, dall’intestino, dalle ovaie e
dai testicoli e dall’aorta nella misura di 1 grammo al giorno, mentre
nell’organismo ne vengono introdotti, attraverso la dieta, tra i 300 e i 600
grammi al giorno.
Viene suddiviso in Hdl (colesterolo buono) e Ldl (colesterolo cattivo). Nel
corso dell’esame viene valutata sia la quantità di colesterolo totale sia la
quantità dell’Hdl e dell’Ldl.
VALORI NORMALI DEL COLESTEROLO TOTALE: 140-220 milligrammi
per decilitro di sangue.
Valori inferiori si riscontrano in seguito a una dieta troppo povera e restrittiva
oppure in caso di:
- ipertiroidismo;
- alterazione della funzionalità del fegato;
- anemia;
- serie infezioni;
- morbo di Addison;
- broncopneumopatia cronica ostruttiva.
L’aumento di colesterolo totale può essere dovuto all’incapacità
dell’organismo di eliminare le sostanze grasse introdotte attraverso
l’alimentazione in quantità esagerate.
Può inoltre essere causato da:
- alterazioni della funzionalità del fegato;
- diabete;
- pancreatite;
- porfiria.
🔹COLESTEROLO HDL
Viene definito anche colesterolo buono, poiché la sua presenza ostacola la
comparsa di arteriosclerosi (formazione di placche nelle arterie).
VALORI NORMALI: 35-95 milligrammi per decilitro di sangue.
Valori inferiori rispetto a quelli normali rappresentano in primo luogo un
indice di rischio per l’arteriosclerosi.
Possono inoltre essere il segnale di:
- cirrosi epatica;
- diabete;
- dieta scorretta e carente di nutrienti;
- alterazioni della funzionalità del fegato;
- infezioni serie.
Un aumento dell’Hdl è un ottimo segno: il colesterolo “buono” protegge dal
rischio di arteriosclerosi e quindi di infarto (oltre il valore di
55 milligrammi per decilitro di sangue i rischi sono molto bassi).
🔹COLESTEROLO LDL
È il cosiddetto colesterolo “cattivo” la cui presenza costituisce un indice di
rischio per l’arteriosclerosi e, l’infarto.
VALORI NORMALI: 70-180 milligrammi per decilitro di sangue.
Una diminuzione rispetto ai valori normali rappresenta un segno positivo,
perché significa che il rischio di arteriosclerosi è molto basso.
Un aumento rispetto ai valori normali esprime un alto rischio di andare
incontro all’arteriosclerosi.
🔹TRIGLICERIDI
Sono gli altri tipi di grassi presenti nel sangue. A differenza del colesterolo
possono essere introdotti solo attraverso gli alimenti poiché non vengono
prodotti dall’organismo.
VALORI NORMALI: 40-172 milligrammi per decilitro di sangue.
La diminuzione dei trigliceridi rispetto ai valori normali può essere dovuta a:
- malnutrizione;
- malassorbimento;
- serie alterazioni del fegato;
- ipertiroidismo;
- iperparatiroidismo.
L’aumento dei trigliceridi può essere in relazione con un eccessivo consumo
di bevande alcoliche, oppure con una dieta troppo ricca di zuccheri e grassi.
Il dato, di frequente, è la spia di disordini nel regime alimentare.
Può anche essere la conseguenza di una cura farmacologica a base di
preparati contenenti beta bloccanti, idroclorotiazide, estrogeni.
Può inoltre essere il segnale di varie malattie, tra cui:
- diabete;
- alterazioni della funzionalità dei reni;
- pancreatite acuta;
- epatite virale;
- ostruzione biliare;
- ipotiroidismo.
🔹FERRO
Il ferro è la sostanza che consente la produzione dell’emoglobina contenuta
nel sangue, da cui dipendono la respirazione e il nutrimento di tutte le cellule
dell’organismo.
Se non ci sono problemi, in una persona adulta il ferro è presente
nell’organismo in una quantità che varia tra i 3 e i 5 grammi, distribuita sotto
forma di:
- ferro emoglobinico (65 per cento);
- ferro mioglobinico (3,5 per cento);
- ferro di deposito, cioè ferritina ed emosiderina (27 per cento);
- ferro (di trasporto, detto transferrina (0,1 per cento);
- ferro tessutale (0,2 per cento).
VALORI NORMALI: 59-158 microgrammi per decilitro di sangue.
Una diminuzione della quantità totale di ferro si riscontra quasi sempre
durante lo stato di gravidanza (specialmente dal sesto mese in avanti) a
causa di un aumentato fabbisogno.
Può essere, inoltre, conseguenza di una resezione gastrica (asportazione
chirurgica dello stomaco), oppure può essere il segnale di varie malattie, tra
cui:
- anemia sideropenica (carente di ferro);
- diarrea cronica;
- emorragie;
- tubercolosi;
- endocardite batterica;
- ascesso polmonare;
- morbo di Crohn;
- tumori;
- carenza di vitamine C e B6.
Un aumento del ferro rispetto ai valori normali può essere in relazione con
una cura a base di preparati contenenti ferro, oppure potrebbe essere il
segnale di:
- malattie del sangue;
- talassemia;
- anemia perniciosa;
- anemia sideroblastica;
- emocromatosi;
- alcolismo;
- epatite acuta;
- cirrosi;
- insufficienza pancreatica.
🔹TRANSFERRINA
La transferrina è la proteina che ha la funzione di trasportare il ferro. È
presente nel sangue sia in forma libera, sia legata ad altre molecole di ferro.
VALORI NORMALI: 200-380 milligrammi per millilitro di sangue.
La diminuzione della transferrina rispetto ai valori normali può essere in
relazione con una carenza di proteine, e si riscontra nei neonati e negli
anziani.
L’aumento della transferrina rispetto ai valori normali si riscontra in
gravidanza, oppure può essere la conseguenza dell’assunzione di
contraccettivi orali (estroprogestinici).
Può inoltre essere il segnale di un’anemia ferrocarenziale (mancanza di ferro).
🔹PROTEINA C REATTIVA (PRC)
La proteina C reattiva è una sostanza che si trova nel sangue di persone
colpite da malattie infiammatorie. Rappresenta, come la Ves, un indice di
infezione acuta.
Dosarla più volte nel corso di malattie reumatiche, di broncopolmoniti o di
altre malattie infiammatorie è molto importante, perché la sua eventuale
diminuzione conferma che la cura intrapresa determina gli effetti curativi
sperati.
VALORI NORMALI: assente.
Se a fianco della voce PRC c’è il termine “positivo”, significa che la proteina
C reattiva è presente nel sangue. Questo dato si riscontra in tutti i casi di:
- infezioni batteriche;
- infezioni virali;
- infarto del miocardio (infarto del cuore);
- ustioni;
- reazioni di rigetto in seguito a trapianto del rene.
La proteina C reattiva risulta positiva nel 90 per cento dei casi di:
- artrite reumatoide;
- infezione batterica acuta;
- febbre reumatica;
- epatite virale;
- pancreatite acuta.
È invece positiva nel 60 per cento dei casi di:
- tubercolosi in fase acuta;
- gotta;
- tumori maligni;
- peritoniti;
- cirrosi.
Risulta positiva nel 30-40 per cento dei casi di:
- sindrome di Guillan-Barré;
- scarlattina e varicella;
- sclerosi multipla;
- convalescenza post-operatoria;
- utilizzo di dispositivi intrauterini (spirale).
🔹CREATINFOSFOCHINASI (CPK)
La creatinfosfochinasi è un enzima presente in alte concentrazioni in tutti i
muscoli, compreso quello cardiaco (cuore), nelle ossa e, in misura minore,
nel tessuto cerebrale.
Il suo compito è di garantire il buon funzionamento delle cellule.
VALORI NORMALI: 23-190 unità per litro di sangue.
Una diminuzione rispetto ai valori normali non è significativa.
Un aumento del valore normale si riscontra in varie malattie, tra cui:
- distrofia muscolare;
- infarto del miocardio (cuore);
- cardiopatie;
- angina pectoris;
- miocardite;
- alcolismo;
- embolia polmonare;
- edema polmonare;
- ipotiroidismo;
- infarto cerebrale;
- malattie infettive;
- febbre.
🔹PSEUDOCOLINESTERASI
La pseudocolinesterasi è un enzima prodotto dal fegato. Costituisce un
indice per valutare l’attività epatica.
VALORI NORMALI: 3000-9000 unità per litro di sangue.
Una sua diminuzione può essere conseguenza di un trattamento a base di
succinicolina, oppure può essere il segnale di varie malattie tra cui:
- epatite virale;
- necrosi epatica;
- cirrosi epatica;
- ascessi;
- infezioni acute;
- anemia;
- infarto del miocardio (cuore).
Un aumento rispetto ai valori normali può essere in relazione con un forte
sovrappeso, oppure potrebbe essere il segnale di:
- ipertiroidismo;
- diabete.
🔹TRANSAMIASI
Le transaminasi sono enzimi presenti nel sangue in due diverse forme
denominate GOT (oppure AST) e GPT (oppure ALT). Costituiscono
principalmente un indice per valutare la presenza di alterazioni della
funzionalità del fegato.
▪️GOT (OPPURE AST)
VALORI NORMALI: 10-45 unità per litro di sangue (maschi); 5-30 unità
per litro di sangue (femmine).
▪️GPT (OPPURE ALT)
VALORI NORMALI: 10-40 unità per litro di sangue (maschi); 5-35 unità
per litro di sangue (femmine).
Una diminuzione dei due enzimi rispetto ai valori normali si riscontra in
gravidanza.
Può però anche essere il segnale di:
- seria alterazione delle cellule del fegato;
- complicazioni del diabete (chetoacidosi diabetica).
Un aumento dei due enzimi rispetto ai valori normali è possibile nel periodo
successivo a un intervento chirurgico.
Può inoltre essere in relazione con il sovrappeso oppure essere la
conseguenza dell’assunzione di preparati a base di isoniazide, rifampicina,
antiMao, metilDopa.
Si rileva anche in varie malattie tra cui:
- infezioni del cuore (miocarditi);
- insufficienza cardiaca;
- aritmie;
- epatite virale;
- cytomegalovirus;
- mononucleosi infettiva;
- alcolismo;
- cirrosi epatica;
- malattia di Wilson;
- distrofia muscolare;
- traumi;
- lupus eritematoso;
- anemia emolitica;
- leucemia;
- pancreatite.
🔹RAPPORTO GOT/GPT (OPPURE AST/ALT)
Questo dato esprime la proporzione in cui si trovano i due enzimi.
VALORI NORMALI: 0,7-1,4.
Una diminuzione rispetto ai valori normali si riscontra nell’epatite virale.
Un aumento rispetto ai valori normali può essere conseguenza di:
- intossicazione da farmaci;
- alcolismo;
- cirrosi epatica;
- tumore del fegato;
- epatite cronica.
🔹AMILASI
L’amilasi è un enzima prodotto da: pancreas, ghiandole salivari, fegato,
intestino tenue, reni, ovaio. Viene eliminato principalmente con le urine ed è
un indice per la valutazione della funzionalità del pancreas.
VALORI NORMALI: 35-115 unità per litro di sangue.
Una diminuzione rispetto ai valori normali non è significativa.
Un aumento dell’amilasi rispetto ai valori normali si riscontra in seguito a
interventi chirurgici al viso. Può essere conseguenza dell’ assunzione di
preparati a base di cortisone, morfina, codeina.
Si rileva inoltre in caso di:
pancreatiti acute;
ascesso al pancreas;
traumi al pancreas;
parotite (orecchioni);
colecistite;
ulcera gastroduodenale perforata;
insufficienza renale;
trapianto di rene;
ustioni;
occlusione intestinale;
tumore al polmone;
tumore all’esofago;
tumore all’ovaio;
traumi cranici;
alcolismo;
gravidanza extrauterina.
🔹GAMMA GT
(GAMMA-GLUTAMILTRANSPEPTIDASI)Si tratta di un enzima contenuto nel
fegato, nel rene e nel pancreas. Il suo dosaggio costituisce un indice per la
valutazione della funzionalità del fegato.
VALORI NORMALI: 6-28 unità per litro di sangue (maschi); 4-18 unità per
litro di sangue (femmine).
Una diminuzione del gamma GT rispetto ai valori normali non è significativa.
Un aumento si riscontra in seguito all’assunzione medicine contenenti
fenobarbital.
Si rileva inoltre in caso di:
- epatopatie;
- alcolismo;
- alterazioni a carico delle vie biliari;
- pancreatiti acute e croniche;
- tumori del fegato;
- tumori del rene;
- alterazioni del rene dovute al diabete.
🔹FOSFATASI ALCALINA (AIPH)
La fosfatasi alcalina è un enzima prodotto da: ossa, fegato, intestino,
placenta, rene, ghiandole salivari, mammella.
VALORI NORMALI: 50-190 unità per litro di sangue.
Una diminuzione rispetto ai valori normali si rileva in caso di:
- scorbuto;
- anemie serie;
- ipotiroidismo.
Un aumento della fosfatasi alcalina può essere conseguenza dell’assunzione
di medicine contenenti testosterone, alfametilDopa, metimazolo,
eritromicina, sulfamidici, alotano.
Si rileva inoltre in svariate malattie, tra cui:
- cirrosi biliare;
- atresia delle vie biliari;
- osteite deformante;
- iperparatiroidismo;
- rachitismo;
- morbo di Paget;
- morbo di Cushing;
- alcolismo;
- epatite virale;
- cirrosi epatica;
- mononucleosi infettiva;
- fratture ossee;
- intossicazione da vitamina D.
🔹FOSFATASI ACIDA PROSTATICA (SOLO PER GLI UOMINI)
È un enzima secreto dalle cellule ghiandolari della prostata ed è presente nel
liquido seminale.
Viene considerata un indice per valutare l’eventuale presenza di un problema
a carico della prostata (è la ghiandola maschile situata in prossimità della
vescica).
VALORI NORMALI: fino a 0,6 unità per litro di sangue.
Una diminuzione della fosfatasi acida prostatica non è significativa.
Un aumento della fosfatasi acida prostatica può essere segnale di:
- adenoma della prostata;
- prostatite;
- tumore della prostata;
- infarto prostatico;
- ritenzione urinaria;
- tumore della vescica.
🔹SODIO
Il sodio è un sale normalmente presente nell’organismo: il 40 per cento di
esso è contenuto nel tessuto osseo, mentre la restante percentuale si trova
nei liquidi.
VALORI NORMALI: 135-145 milliequivalenti (si tratta di una particolare
unità di misura) per litro di sangue.
La diminuzione del sodio rispetto ai valori normali può essere conseguenza
di una dieta povera di sale e di proteine, oppure può essere in relazione con
un consumo smodato di birra.
Può inoltre essere il segnale di:
- iperglicemia;
- cirrosi epatica;
- alterazioni della funzionalità del rene;
- assunzione di diuretici;
- malattie caratterizzate da vomito e diarrea;
- peritonite;
- pancreatite.
Un aumento del sodio rispetto ai valori normali si riscontra invece in caso di:
- diabete insipido;
- insufficienza renale cronica;
- cachessia dell’età avanzata;
- malattie endocrine;
- confusione mentale
- febbre alta.
🔹POTASSIO
Il potassio è un sale contenuto principalmente nei muscoli volontari (sono
quelli che compiono i movimenti guidati dalla volontà), nel sangue, nello
scheletro e nel cervello.
Una significativa diminuzione del potassio rispetto ai valori normali (inferiore
a 2 millequivalenti per litro di sangue) deve essere considerata una situazione
di emergenza poiché può determinare la comparsa di serie alterazioni del
battito del cuore.
Va, dunque, sottoposta prontamente all’attenzione del medico, il quale dovrà
provvedere alla somministrazione, per via endovenosa, di una soluzione
fisiologica o glucosata (contenente zucchero).
VALORI NORMALI: 3,50-5,30 milliequivalenti per litro di sangue.
La diminuzione rispetto ai valori normali può essere conseguenza di una
ridotta introduzione del potassio con gli alimenti (come accade in caso di
anoressia mentale o di diete carenti di vegetali).
Si riscontra inoltre in caso di:
- tireotossicosi;
- avvelenamento da bario;
- assunzione di insulina per iniezioni
- leucemia.
L’aumento del potassio si riscontra in seguito all’assunzione di preparati
sostitutivi del comune sale da cucina, oppure può essere in relazione con
una cura prolungata a base di penicillina.
Può anche essere conseguenza di una trasfusione di sangue o di una
chemioterapia.
Si riscontra, inoltre, in caso di:
- insufficienza renale acuta e cronica;
- pielonefrite;
- malattie caratterizzate da febbre e vomito;
- morbo di Addison;
- leucocitosi;
- trombocitosi.
🔹CALCIO
Il calcio contenuto nel sangue rappresenta circa l’1 per cento della quantità
totale di calcio presente nell’organismo. Il 99 per cento del calcio è
distribuito nel tessuto osseo.
VALORI NORMALI: 8,50-10,50 milligrammi per decilitro di sangue.
La diminuzione del calcio rispetto ai valori normali può essere diretta
conseguenza dell’assunzione medicine anticonvulsivanti (barbiturici,
idantoinici).
Può inoltre essere il segnale di:
- ipoparatiroidismo
- rachitismo
- osteomalacia
- pancreatite
- cirrosi epatica
- insufficienza renale cronica
- carenza di magnesio
- tumore della prostata.
L’aumento del calcio rispetto ai valori normali si riscontra in caso di:
- iperparatiroidismo
- tumori ossei
- immobilizzazione prolungata
- intossicazioni da vitamina D
- ipertiroidismo
- morbo di Paget.
🔹FOSFORO INORGANICO
Il fosforo è contenuto per l’80 per cento nelle ossa e per la restante quantità
nei muscoli e nei liquidi organici. Per motivi ignoti, il suo aumento nel sangue
determina automaticamente una riduzione del calcio.
VALORI NORMALI: 2,50-4,80 milligrammi per decilitro di sangue.
La diminuzione del fosforo rispetto ai valori normali può essere dovuta a:
- eccessiva presenza di insulina nell’organismo;
- carenza di vitamina D;
- rachitismo;
- morbo di Wilson;
- galattosemia;
- malassorbimento intestinale;
- assunzione prolungata di idrossido di alluminio.
L’aumento del fosforo si riscontra invece in molti altri casi, per esempio:
- ipoparatiroidismo;
- eccessiva introduzione di vitamina D;
- insufficienza renale cronica;
- morbo di Addison;
- ipertiroidismo;
- carenza di magnesio;
- morbo di Paget;
- ustioni serie.
🔹VELOCITA’ DI ERITROSEDIMENTAZIONE (VES)
Questo esame serve a indicare la velocità con cui i globuli rossi
sedimentano, cioè si depositano nel fondo della provetta dividendosi dal
sangue in cui sono sospesi.
La misurazione della Ves costituisce un indice per valutare la presenza di
infezioni o tumori. Il risultato che si ottiene deve comunque essere
interpretato alla luce del particolare contesto clinico, ossia in base al singolo
caso.
VALORI NORMALI: 0-10 millimetri all’ora (maschio); 15 millimetri all’ora
(femmine).
La diminuzione della Ves rispetto ai valori normali si riscontra in caso di:
- shock anafilattico;
- anemia seria;
- cachessia;
- serie alterazioni a carico del fegato;
- assunzione eccessiva di farmaci anticoagulanti.
L’aumento della velocità di eritrosedimentazione può essere la spia di tutta
una serie di malattie, banali oppure severe. Nella valutazione è molto
importante tenere conto anche del grado di aumento rispetto ai valori
normali.
Valori superiori ai 90-100 millimetri all’ora possono essere il segnale di:
- leucemia;
- linfomi;
- tumore della mammella;
- tumore del polmone;
- lupus eritematoso;
- endocardite (infezione del cuore);
- encefalite;
- polmonite;
- artrite;
- pielonefrite;
- ascessi.
Valori superiori, compresi tra i 50 e i 90 millimetri all’ora, possono essere il
segnale di:
- tumore (soprattutto del fegato);
- linfoma;
- febbre reumatica;
- artrite reumatoide;
- tubercolosi;
- epatite virale;
- mononucleosi infettiva;
- morbo di Crolin.
Valori superiori, compresi tra i 20 e 50 millimetri all’ora si riscontrano nei casi
di:
- anemia;
- artrosi;
- gotta;
- colecistite;
- malaria;
- pertosse;
- toxoplasmosi;
- citomegalovirus;
- cirrosi;
- colite ulcerosa.
🔹TITOLO ANTISTREPTOLISINICO (TAS OPPURE ASLO)
Il titolo antistreptolisinico, noto sotto il nome di Tas, consiste nel dosaggio
dell’antistreptolisina, un anticorpo che si forma nel sangue quando
l’organismo viene aggredito dallo streptococco beta emolitico del gruppo A.
In pratica, la produzione di antistreptolisina costituisce la risposta
immunitaria allo streptococco beta emolitico di gruppo A, responsabile di
una serie di infezioni tra cui le comuni tonsilliti.
Un titolo elevato non è automaticamente indice di infezione in atto o recente:
può essere considerato tale solo se risulta ancora alto in un secondo esame
ripetuto 2-3 settimane dopo il primo.
Contrariamente a quanto in genere si crede, titoli alti non segnalano la
malattia reumatica, però dimostrano che il rischio di contrarla è alto.
Le cure a base di penicillina, che devono essere effettuate in caso di
infezione da streptococco, non portano a una normalizzazione del titolo che,
una volta innalzatosi, rimane elevato per sempre.
VALORI NORMALI: minore di 200.
Un aumento compreso tra 500 e 5000 si riscontra in caso di:
- febbre reumatica;
- alterazioni del rene dovute a un’infezione da streptococco.
Un aumento modesto, ossia compreso tra 200 e 500 si riscontra in caso di:
- scarlattina;
- tonsilliti da streptococco;
- faringiti da streptococco;
- eritema nodoso;
- piodermiti.
🔹HBSAG
È l’esame con cui si ricerca il virus dell’epatite B. In genere, il virus si trova
nel sangue per i 2-5 mesi successivi all’infezione, dopodiché scompare.
Se persiste per oltre 6 mesi dalla comparsa dell’epatite, segnala lo stato di
portatore cronico di epatite B (la persona può trasmettere la malattia senza
essere ammalata).
VALORE NORMALE: negativo
Se il risultato è positivo significa che il virus è presente nel sangue.
🔹HCV AB
È l’esame attraverso cui si ricerca il virus responsabile dell’epatite C.
VALORE NORMALE: negativo.
Un risultato positivo segnala che il virus è presente nell’organismo. Indica
che l’epatite di tipo C è stata contratta in epoca precedente; oppure è in
satto. In quest’ultimo caso, le transaminasi risultano aumentate.
🔹HAV IGG-IGM
È l’esame attraverso cui si ricercano nel sangue gli anticorpi, detti IgM e IgG,
contro il virus responsabile dell’epatite A.
VALORE NORMALE: negativo.
Se l’IgG è positivo significa che l’organismo è venuto semplicemente a
contatto con il virus dell’epatite A.
Se le IgM sono positive vuol dire che l’epatite di tipo A è in atto.