MIOPIA

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Cos’è la Miopia?

La miopia è un vizio rifrattivo sferico in cui i raggi luminosi che provengono dall’infinito (paralleli) vengono messi a fuoco davanti alla retina, in quanto il potere rifrattivo del diottro oculare è eccessivo rispetto alla lunghezza del bulbo.
Avremo pertanto un eccesso di convergenza (potere diottrico maggiore). I miopi, quindi, vedono bene da vicino e male da lontano.
L’entità della miopia si misura con la lente divergente, che corregge il vizio di rifrazione.

Alcuni esempi:

•la messa a fuoco a 10 centimetri si riferisce ad una miopia di 10 diottrie
•la messa a fuoco a 33 centimetri si riferisce ad una miopia di 3 diottrie
•la messa a fuoco ad 1 metro si riferisce ad una miopia di 1 diottria.

La miopia può essere classificata in tre stadi:

•lieve, se va da 0 a 3 diottrie
•moderata, se va da 3 a 6 diottrie
•elevata, se è maggiore di 6 diottrie.

Cause

Le cause di miopia possono essere molteplici:

•La forma più frequente in clinica è la miopia assile o assiale, dovuta ad una eccessiva lunghezza del bulbo oculare rispetto alla norma. Per questo il fuoco non cade sulla retina ma davanti ad essa.
•Nella miopia da indice, invece, il globo oculare è normale, ma il potere diottrico è maggiore perché l’indice di rifrazione del cristallino è superiore alla norma. Questo avviene soprattutto nella cataratta, una  malattia che colpisce il nucleo del cristallino facendolo addensare ed aumentando così  il suo indice di rifrazione.
•Nella miopia da cheratocono, invece, abbiamo una cornea di forma conica. Il cheratocono è una forma di degenerazione corneale in cui si ha un progressivo assottigliamento e sfiancamento della cornea che assume la forma conica con aumento della sua curvatura, che provoca la miopia. Si può avere anche irregolarità della superficie corneale che provoca l’astigmatismo. Le due possono essere presenti contemporaneamente. Per i casi avanzati di cheratocono occorre il trapianto di cornea.
•La miopia da spasmo accomodativo è dovuta ad una curvatura della superficie anteriore del cristallino superiore alla norma.

Correzione della miopia

La correzione ottica della miopia può essere attuata in tre modi:

•occhiali tradizionali
•lenti a contatto
•chirurgia corneale rifrattiva o fotocheratectomia rifrattiva.

Per gli occhiali vengono usate lenti che rendano divergenti i raggi paralleli.
Le lenti a contatto hanno lo stesso principio divergente degli occhiali; richiedono più cura ma offrono una visione più completa di tutto il campo visivo, essendo sferiche ed appoggiate direttamente sulla cornea.

Chirurgia Laser

Negli ultimi anni si è molto diffuso  l’uso della chirurgia laser sulla cornea.
Come precedente descritto, la forma più frequente di miopia è  quella i cui il bulbo si presenta allungato. Non potendo logicamente agire sul bulbo, si agirà sulla cornea e si eseguirà una chirurgia laser con asportazione di strati corneali allo scopo di variare la rifrazione della cornea stesa. Si utilizza, per la correzione della miopia, un laser ad eccimeri, termine che deriva dall’Inglese e che significa dimeri eccitati ( mezzi eccitati sono dei gas nobili). Questo tipo di laser emette luce a frequenza pulsante (dell’ordine di nano secondi), di durata brevissima e di frequenza elevatissima. 
Il laser esegue diverse “passate” sulla cornea ed ad ognuna di esse viene rimosso un micron di spessore, che corrisponde ad un decimo di millimetro, tenendo conto che lo spessore totale della cornea è di circa 500 micron. La quota di ablazione è in proporzione all’entità del difetto; per esempio, per una miopia di 3 diottire si asportano 30 micron di cornea. L’effetto finale che si ottiene è una riduzione della superficie corneale con un suo “appiattimento”, di modo che i raggi luminosi, se nella miopia vengono messi a fuoco davanti alla retina, dopo l’intervento vengano rifratti di meno e possano cadere più lontano, direttamente sulla retina stessa..
La chirurgia con laser ad eccimeri non è rischiosa, ma in ogni caso non può essere applicata a tutti i soggetti. È bene aspettare che i pazienti da sottoporre all’intervento abbiano almeno 20-21 anni ed una miopia stabile, che cioè non continua a peggiorare, da almeno 2 anni. L’intervento è indicato soprattutto nei pazienti che presentano intolleranza alle lenti a contatto o che, psicologicamente, non sopportano gli occhiali.

Le controindicazioni alla chirurgia laser sono:

•Il diabete
•Le malattie del tessuto connettivo (connettiviti) come l’artrite reumatoide e la sindrome di Syogren. Questo perché la cornea è fatta anche di tessuto connettivo.
•I cheloidi (spesse cicatrici causate dall’eccessiva crescita di tessuto fibroso).
•Le terapie ormonali: alcuni ormoni, anche quelli contenuti nella pillola anticoncezionale, possono far trattenere i liquidi. In questi casi, lo spessore della cornea risulta aumentato e dunque si rischia di asportarne una quantità eccessiva. Oppure, sempre gli ormoni, possono provocare una riduzione delle secrezioni lacrimali, quindi mettere a rischio il paziente di sviluppare gravi infezioni oculari dopo l’intervento, perché viene meno la funzione di lubrificazione e di protezione della cornea ad opera delle lacrime.
•Alcuni farmaci, soprattutto gli antidepressivi moderni, perché possono causare opacità corneali.

Esistono due diverse tecniche operatorie per risolvere il problema della miopia:

•PRK ( fotocheratectomia rifrattiva): il laser ad  eccimeri e in grado di asportare tessuto in modo estremamente preciso (frazioni di millesimi di millimetro), non raggiungibile da nessun altro mezzo. La correzione della miopia viene realizzata asportando gli strati superficiali della cornea (cheratectomia superficiale) in modo da modificarne la curvatura, e si agisce direttamente sulla cornea stessa. L’astigmatisrno e l’ipermetropia sono per il momento trattabili con minori possibilità di successo se si utilizza questa tecnica. Il recupero della vista si ottiene dopo un certo periodo di tempo, che va da uno a tre mesi (a seconda dell’entità della miopia corretta). Come effetto secondario al trattamento laser possono insorgere delle opacità solitamente transitorie della cornea nell’area di cicatrizzazione. Esse possono provocare una riduzione dell’ efficienza visiva, ma solitamente regrediscono in un arco di tempo che oscilla intorno ai sei mesi. Inoltre, nella prima fase post-operatoria, può verificarsi la comparsa di irregolarità della superficie corneale che possono determinare riduzioni dell’acuita visiva, ma anch’esse sono temporanee e tendono o a regredire con il tempo. Altre manifestazioni sempre tipiche dell’immediato post-operatorio possono essere il dolore, che perdura di solito fino a 48 ore dall’intervento ed è trattabile con analgesici, la sensazione di corpo estraneo nell’occhio, la lacrimazione e la sensazione di abbagliamento, soprattutto durante la notte. In una piccola percentuale di casi può rendersi necessario un nuovo trattamento laser o per ripulire la cornea da cicatrici residue o per migliorare il risultato rifrattivo.
•LASIK: e una metodica che permette di correggere difetti quali la miopia ma anche l’astigmatismo e l’ipermetropia con uguale successo. Esso viene eseguito non direttamente sulla superficie della cornea ma nello stroma corneale, che è la sua porzione intermedia, alla quale si accede mediante una precedente incisione utilizzando uno strumento che si chiama microcheratocono, che crea una specie di “sportello” nella cornea. Questa tecnica consente un recupero funzionale visivo completo gia in seconda o terza giornata ed il risultato rifrattivo è ottimale. Anche in questo caso, è possibile che a distanza di tempo venga indicato un nuovo intervento per gli stessi motivi elencati precedentemente. La sintomatologia post-operatoria, anche in questo caso, è la stessa.
Entrambi gli interventi vengono eseguiti in ambulatorio, con anestesia locale somministrata tramite gocce di collirio, e sono molto rapidi: la tecnica PRK dura all’incirca 1-2 minuti, la tecnica LASIK circa 10-20 minuti. Essi consentono di correggere miopie fino a 12-14 diottrie ed astigmatismi ed ipermetropie fino a 5-6 diottrie.

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