Obesità Infantile

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La prima regola per evitare il possibile rischio di obesità è PREVENIRE.
Se il bambino tende ad aumentare di peso, occorre intervenire subito, senza aspettare che ingrassi troppo.
Non esistono regole rigide, né ricette infallibili, basta adottare semplici accorgimenti comportamentali; soprattutto, una volta sensibilizzati al problema, i genitori non devono mai demordere ed abbassare la guardia.

Abituare il bambino a tre pasti regolari:
una colazione non abbondante ma sostanziosa, un pranzo ed una cena (non eccessivi), intervallati da uno spuntino a metà mattina ed una merenda al pomeriggio.
Questo gli eviterà i “buchi” tra un pasto e l’altro e lo abituerà a non mangiare fuori orario.
Non premiare il bambino con troppi spuntini, specialmente se ricchi di zuccheri o comunque ipercalorici come merendine, gelati, bevande gassate, succhi di frutta, ma preferire frutta o yogurt.
Non insistere quando il bambino è sazio o non ha molta fame; potrebbe mangiare solo per far piacere alla mamma o per non essere sgridato; c’è il rischio di generare in lui un rapporto distorto con il cibo.
Limitare l’introito proteico e dei lipidi, alternando il consumo di carne, uova e formaggi, alimenti che non vanno mai somministrati insieme; preferire le proteine del pesce.
Abituare il bambino ai giochi all’aperto e all’attività fisica; questo è importante sia per un corretto sviluppo del corpo, sia perché in movimento il ragazzo brucerà molte calorie.
Rispettare i ritmi del sonno onde evitare l’instaurarsi di abitudini scorrette (sindrome dell’alimentazione notturna).
Quando i chili di troppo sono già evidenti occorre adottare ulteriori misure. Il pediatra e il dietologo sono infatti le figure più indicate a predisporre un intervento mirato, ma sono i genitori ad avere il ruolo più importante. La consapevolezza del danno che l’obesità può arrecare alla salute del proprio figlio deve far riflettere i genitori e portarli a sradicare comportamenti alimentari e abitudini scorrette consolidate nel tempo. Il compito è difficile, ma non impossibile. Occorre puntare sul coinvolgimento e non sui divieti, cercando di non colpevolizzare il piccolo se qualche volta cede alle tentazioni, quindi senza fare del peso un’ossessione. (Confalone, 2002).
Ulteriori utili consigli del Ministero della Sanità Italiano sono:
Svuotare cucina e frigorifero dai cibi tentatori (patatine, merendine, cioccolata, succhi di frutta) e sostituirli con gli alimenti giusti (acqua, tè, frutta, fette biscottate, yogurt).
Fare del pasto un momento di pausa per stare insieme e parlare (quando si guarda la televisione non ci si accorge di quanto e di cosa si mangia).
Evitare che il bambino mangi troppo in fretta; così facendo, non si sazia mai e dopo una merendina ne chiede subito un’altra.
Preferire i cibi fatti in casa ai prodotti confezionati; si calcolano meglio i condimenti e si scelgono le materie prime da utilizzare.
Eliminare i piatti più elaborati sostituendoli con altri cucinati in modo semplice, senza troppi condimenti.
Abituare il piccolo ad assumere quotidianamente una quantità discreta di verdure cotte o crude, più ricche di fibre, che riempiono lo stomaco e rallentano l’assimilazione delle sostanze introdotte.
Moderare le quantità.
Non associare il cibo all’idea di qualcosa di “speciale”, né usarlo come premio.
Ridurre il tempo dedicato alla televisione/computer a favore di attività più dinamiche.
Spronare il bambino a camminare e a fare le scale, piuttosto che prendere l’ascensore.
Favorire una regolare attività sportiva cercando di assecondare le preferenze del bambino e la sua sensibilità (dalla passeggiata in bici alla partita di calcio, dal nuoto in piscina alla ginnastica in palestra).
Sottoporre regolarmente il bambino a visite pediatriche di controllo.
In conclusione, è ruolo dello Stato favorire e promuovere incessantemente campagne di sensibilizzazione di larga portata per aumentare la consapevolezza del problema in tutti i settori della società, compreso quello del personale sanitario (il quale, spesso, non è sufficientemente preparato ad affrontare il problema), fornendo informazioni sia sui rischi che l’obesità può provocare, sia sui comportamenti da adottare per evitare questa patologia.
Alcune azioni sociali potrebbero essere:
intervenire con leggi per regolamentare ed assicurare strategie per la riduzione dell’obesità;
aumentare la quantità di ore a settimana di educazione fisica nelle scuole primarie e secondarie;
aumentare la qualità dell’istruzione fisica nelle scuole primarie e secondarie;
sensibilizzare il problema alle famiglie con pubblicità, programmi televisivi e riviste;
creare ed migliorare le infrastrutture sportive (palestre e parchi);
promuovere la formazione di associazioni e centri sportivi;
incoraggiare le industrie alimentari ad introdurre sul mercato cibi ipocalorici e più nutritivi;
applicare tasse sugli alimenti non sani e dare sussidi per la promozione di cibi sani e nutrienti;
formulare standard dietetici per i programmi di pranzo scolastici;
eliminare e sostituire le bevande dolci e snack all’interno dei distributori automatici nelle scuole, con bevande e cibi più sani;
informare in modo chiaro il consumatore applicando etichette nutrizionali chiare sugli alimenti e vietando le informazioni incoerenti e sbagliate;
applicare restrizioni sulla pubblicità di cibi ai bambini.
È chiaro che queste azioni riguardano differenti livelli, alcuni a livello locale ed altri a livello nazionale ed internazionale; però tutte hanno bisogno dell’appoggio indispensabile dei Governi e dei loro rispettivi ministeri.

 

fonte: my-personaltrainer.it

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