I noduli tiroidei rappresentano una delle patologie di più frequente riscontro nella pratica clinica.
Possono essere rilevati incidentalmente durante l’esame obiettivo o ancora più spesso nel corso di procedure diagnostiche strumentali, come ad esempio nel corso di ecocolordoppler carotideo eseguito per altri motivi.
Vediamo in questo articolo cosa sono, da cosa dipendono, accertazioni da svolgere e possibili terapie.
Noduli tiroidei: da cosa dipendono
I noduli tiroidei sono delle protuberanze solide o ripiene di liquido che si formano all’interno della ghiandola tiroidea, la quale si trova alla base del collo, proprio sopra lo sterno.
La maggior parte dei noduli sono innocui e non provocano alcun sintomo, solo una piccola percentuale è cancerogena.
La causa principale che porta allo sviluppo di questi noduli è la carenza nutrizionale di iodio, elemento fondamentale per la loro produzione.
La prevalenza dei noduli tiroidei nella popolazione adulta in zone con sufficiente apporto di iodio (come gli Stati Uniti) è di circa il 4-7%.
Tale numero sale al 25-33% in zone iodo-carenti, come l’Italia.
La frequenza della patologia nodulare tiroidea aumenta inoltre con l’età, è più frequente nelle donne ed aumenta con il numero di gravidanze.

Ho scoperto di avere i noduli tiroidei – cosa faccio adesso?
Di fronte ad uno o più noduli tiroidei occorre innanzitutto verificare la funzione tiroidea, ovvero verificare se tali noduli determinano un ipertiroidismo (aumentata produzione di ormoni tiroidei) o meno.
Successivamente è necessario indagare la natura dei noduli.
Ecografia tiroidea
Tra gli accertamenti strumentali l’ecografia tiroidea è la tecnica migliore: è di facile esecuzione, permette di valutare le dimensioni della ghiandola, il numero di noduli e la loro struttura (solida o cistica).
In generale i noduli tiroidei che risultano essere superiori a 1 cm di diametro dovrebbero essere sottoposti ad un ulteriore approfondimento diagnostico.
Scintigrafia tiroidea
La scintigrafia tiroidea è un esame che utilizza isotopi radioattivi e pertanto deve essere eseguito solo in casi selezionati e mai in caso di gravidanza.
Permette di distinguere i noduli “caldi” (cioè funzionanti) dai noduli “freddi” (non funzionanti).
Ago aspirato
Infine, per una più accurata e precisa valutazione della natura dei noduli è possibile ricorrere all’agoaspirazione con esame citologico.
Tale esame è minimamente invasivo, può essere eseguito ambulatorialmente e permette di distinguere i noduli benigni (che rappresentano la maggior parte dei noduli tiroidei) dai tumori tiroidei.
Terapia da seguire
La principale terapia in questi casi è quella preventiva, basata sull’integrazione di iodio fin dalle prime fasi della vita.
Tale integrazione può essere eseguita semplicemente utilizzando il sale iodato.
Nel caso in cui non sia più attuabile la terapia preventiva sarà necessario tenere sotto osservazione i noduli tiroidei, ed in alcuni casi può essere utile la terapia con ormoni tiroidei.
La terapia chirurgica è riservata solo a noduli di grandi dimensioni o in caso di citologia sospetta.